Carissimi,
in prossimità della visita che farò alle vostre parrocchie, desidero salutarvi nel nome del Signore e dire i sentimenti coi quali mi appresto a incontrarvi. Mi servo delle parole con cui Paolo si rivolgeva ai Romani: “Rendo grazie al mio Dio per mezzo di Gesù Cristo riguardo a tutti voi... faccio memoria di voi, chiedendo nelle mie preghiere… di venire da voi. Desidero infatti ardentemente vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale, perché ne siate fortificati, o meglio, per essere in mezzo a voi confortato mediante la fede che abbiamo in comune, voi e io.” (Rm 1,8-12) La nostra fede ha sempre bisogno di essere rafforzata e rigenerata; la vita nel mondo la mette continuamente alla prova ed essa deve superare la tentazione di rinunciare alla sua identità e adattarsi alle logiche mondane. Per questo è importante incontrarci, dire gli uni agli altri la nostra fede, ascoltare gli uni dagli altri il racconto di quello che Dio ha fatto e sta facendo.
Verrò volentieri da voi, se Dio vorrà. So bene quanto a Lumezzane si faccia per rendere efficace l’impulso di amore che il vangelo accende nei nostri cuori; so anche l’impegno che avete posto nel creare relazioni di comunione e di accoglienza reciproca tra le diverse parrocchie; vengo per confermarvi nel vostro cammino. Sono convinto che la via della comunione è quella giusta, quella che il Signore sta chiedendo alla Chiesa oggi; è la via che dobbiamo imboccare con decisione e percorrere con coerenza. Nella fatica inevitabile del cammino abbiamo, come fonte perenne di consolazione, le Sacre Scritture; infatti “tutto ciò che è stato scritto prima di noi è stato scritto per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Sacre Scritture, teniamo viva la speranza.” (Rm 15,4) Cercheremo, allora, di ascoltare insieme le Scritture, di condividere i sentimenti che le Scritture suscitano in noi, di diventare gli uni verso gli altri testimoni della gioia che viene dal Signore.
Assieme alle Scritture abbiamo l’eucaristia, il viatico con cui Cristo stesso sostiene il nostro impegno. Il nostro futuro (cioè il futuro delle comunità cristiane, ma anche il futuro della nostra società) dipenderà dalla relazioni che saremo capaci di stabilire tra le persone e i gruppi sociali. Non esistono cristiani isolati, così come non esistono nemmeno persone umane isolate. La fede nell’amore di Dio per noi è il fondamento di una fraternità che dirige i sentimenti, le decisioni, i comportamenti. Dall’eucaristia dobbiamo uscire con una chiara consapevolezza che Dio ci vuole edificare come tempio dello Spirito santo, come corpo di Cristo, come popolo in cammino verso la pienezza di vita e di gioia che è in Dio.
Pregate anche voi perché i giorni dell’incontro siano giorni di gioia e di speranza; vi garantisco un ricordo quotidiano al Signore nella preghiera. Dio vi benedica. Con affetto grande, nel Signore
+ Luciano, vescovo
Brescia, 6 ottobre, memoria di san Bruno
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